Pinacoteca chiesa di San Rocco

La Chiesa è situata all’ingresso del Paese, là dove la strada principale di accesso forma uno slargo, a poca distanza dalla piazza principale.

Chiesa_S_RoccoLa Chiesa è situata all’ingresso del Paese, là dove la strada principale di accesso forma uno slargo, a poca distanza dalla piazza principale. Detta chiesa, dedicata a San Rocco, è stata recentemente restaurata  e riaperta al culto il 16 agosto 1996, giorno di San Rocco, dopo che aveva subito gravi danni dalla guerra e dal terremoto del 1984. Oggi è adibita a pinacoteca. Vi si conservano gli affreschi staccati dalla Chiesa di Capodacqua  e dalla Chiesa di Santa Maria del Monacato. L’affresco raffigurante la Crocefissione, posto al di sopra dell’altare, è il solo che proviene dalla Chiesa di Capodacqua. Vediamo Cristo al centro della composizione, alla sua destra la Madonna e Maria Maddalena, alla sua sinistra San Giovanni Evangelista e il Santo Re Davide, il tutto chiuso da una fascia decorativa a capanna, a stampini rossi su fondo chiaro, decorazione questa ricorrente in quasi tutti gli affreschi trecenteschi. Il Cristo è raffigurato con il capo chinato a destra , con gli occhi socchiusi e con il corpo modellato sapientemente.

Il volto della Vergine è chiuso in una tragica maschera di dolore; l’abbandono rassegnato delle braccia e le stupende mani intrecciate tra loro sembrano sciogliersi nella divina malinconia, che discende, consumata la tragedia, sul mondo rinnovato dal peccato.

crocifissioneLa guerra in questo luogo fu lunga e combattuta ferocemente da luglio 1943 a maggio 1944. La chiesa e l’affresco subirono danni gravissimi, cui si aggiunsero quelli causati dall’uomo, quando, finita la guerra, il sacro edificio fu scoperchiato per ricoprire la casa parrocchiale nel centro storico del paese.

Dopo che per trenta anni la chiesa di Capodacqua rimase esposta alle intemperie ed alla incuria, l’Amministrazione Comunale intervenne per salvare il salvabile ed affidò il restauro dell’affresco al Prof. Biagio Cascone, dei musei vaticani. Il 9 settembre 1973 fu iniziato il lavoro per il suo distacco ed il 17 settembre l’affresco entrava nello studio del Prof. Cascone, che terminava i lavori nei primi giorni dell’anno successivo, sicché il 6 febbraio 1974 l’affresco restaurato poteva essere presentato ad un folto e qualificato pubblico nel salone delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, dove rimase fino alla sua attuale collocazione nella chiesa di San Rocco. Ne fu eseguita una gigantografia, che fu collocata sull’altare maggiore della chiesa di Capodacqua, nel punto dal quale era stato distaccato.

Gli altri affreschi che sono nella Chiesa di San Rocco provengono tutti dalla Chiesa di Santa Maria di Palazzolo nel Monacato, una chiesa a pianta rettangolare, dalle dimensioni di m. 14,75 x 6,75. La Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Lazio, negli anni 1977/1978, curò il distacco degli affreschi dalle pareti della chiesa scoperchiata e semidistrutta ed affidò il loro restauro sotto al direzione di Augusta Monferini Calvesi a Dominique Quelos-Agnes. Dopo il restauro, furono conservati per alcuni anni presso la scuola materna del capoluogo, accanto alla biblioteca comunale, per essere poi sistemati in maniera più decente nella attuale chiesa di San Rocco, una volta riaperta dopo il restauro.

Gli affreschi ornavano sia la vera e propria parete dell’abside della chiesa di Santa Maria sia il tratto di parete dritta che fa angolo con l’abside stessa. Due degli affreschi staccati, il cui intonaco ha  andamento rettilineo provengono evidentemente da questa parete. Gli altri 5 pannelli che hanno intonaco ricurvo provengono dalla parete absidale.

Il primo dei due pannelli rettilinei raffigura San Giovanni Evangelista, in piedi, con la mano sinistra levata verso l’alto, nell’altra con il cartiglio in cui si legge: “In principio erat verbum et verbum erat deus et deus erat verbum”; il secondo pannello rettilineo reca una figura di Santo non più identificabile.

Seguono, tra gli altri, tre pannelli contenenti ognuno tre figure di santi e sante che componevano la fascia bassa della decorazione dell’abside. Si aveva al centro un gruppo di cinque figure maschili e su ognuno dei due lati due figure femminili. Infine, due pannelli conservano ciò che è sopravvissuto di una Ascensione che si trovava al di sopra della teoria dei santi, nell’abside: nel primo, si vede un apostolo curvo con le mani levate. L’altro frammento, di dimensioni minori e molto rovinato, proviene all’incirca dal centro della scena, e sempre dalla fascia inferiore di questa: vi si intuisce forse la punta dell’ala dell’angelo ed il panneggio della veste del primo apostolo di destra.

Ultimo aggiornamento

24 Febbraio 2016, 19:49